Terapia radiorecettoriale dei tumori neuroendocrini
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A S S E G NA
Terapia radiorecettoriale dei tumori neuroendocrini Giovanna Pepe1 · Andrea Lania2,3
Accettato: 13 giugno 2020 / Pubblicato online: 12 novembre 2020 © Springer Nature Switzerland AG 2020
Sommario La terapia radio-recettoriale (Peptide RadioReceptor Therapy, PRRT) nei tumori neuroendocrini (NET) è un trattamento molecolare basato sull’infusione sistemica di radiofarmaci specificamente Disegnati per legare i recettori della somatostatina, generalmente sovra-espressi nei NET. La lunga tradizione in ambito medico-nucleare, la nota efficacia, la buona tollerabilità e bassa incidenza di effetti collaterali (generalmente moderati e transitori) e il recente inserimento di questa terapia nell’ambito dei trattamenti innovativi in oncologia, hanno richiamato una rinnovata attenzione da parte dei clinici. Nella complessa gestione dei pazienti affetti da NET, la PRRT aggiunge un’opzione terapeutica importante. Parole chiave PRRT · NET · 68Ga-DOTA-peptide · Tera(g)nostica · 90Y-DOTATOC · 177Lu-DOTATATE
Proposto da Roberto Baldelli. Materiale elettronico supplementare La versione elettronica di questo articolo (https://doi.org/10.1007/s40619-020-00792-2) contiene materiale supplementare, disponibile per gli utenti autorizzati.
B A. Lania
[email protected]
1
U.O. Medicina Nucleare, IRCCS Humanitas Research Hospital, Centro di Eccellenza ENETS, Rozzano, MI, Italia
2
U.O. Endocrinologia, Diabetologia e Andrologia, IRCCS Humanitas Research Hospital, Centro di Eccellenza ENETS, Rozzano, MI, Italia
3
Dipartimento di Scienze Biomediche, Humanitas University, Pieve Emanuele, Rozzano, MI, Italia
Introduzione Negli ultimi 30 anni, anche quale conseguenza degli avanzamenti nelle tecniche diagnostiche, l’incidenza delle neoplasie neuroendocrine (NET) è incrementata, con la maggiore prevalenza dei NET nel tratto gastro-entero-pancreatico, sebbene anche i NET bronchiali siano rappresentati per un 25%, mentre più rare sono le altre sedi di origine [1]. La presentazione clinica di tali malattie è molto eterogenea dipendendo non soltanto dalla sede di origine, ma anche dalle caratteristiche funzionali di queste neoplasie che, infatti, vengono classificate quali secernenti o non secernenti. Nell’evenienza di patologie non secernenti, l’identificazione della malattia stessa può avvenire più tardivamente in uno stadio più avanzato [2]. La diagnostica radiologica convenzionale è stata affiancata con successo dalle metodiche di imaging funzionale, che sfruttano la peculiare caratteristica di queste neoplasie di sovra-esprimere i recettori per la somatostatina. La scintigrafia con analogo radiomarcato della somatostatina quale, ad esempio, 11In-pentreotide, ha segnato quindi il primo progresso in tal senso, affinato poi dall’introduzione delle macchine ibride con SPECT-TC. Naturale ulteriore evoluzione è stata l’introduzione dei peptidi marcati con Gallio68 (68Ga-DOTA-peptide) per l’esecuzione della PET-TC. La cultura medico-nucleare è storicamente affine al concetto della tera(g)nostica, ovvero alla possibilità, una vol
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