Rischio di carcinoma nei pazienti con noduli tiroidei e tiroidite di Hashimoto

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N OV I TÀ I N E N D O C R I N O L O G I A

Rischio di carcinoma nei pazienti con noduli tiroidei e tiroidite di Hashimoto Gabriella Pellegriti1

© Springer Nature Switzerland AG 2020

Commento a: The impact of Hashimoto thyroiditis on thyroid nodule cytology and risk of thyroid cancer. N. Silva de Morais, J. Stuart, H. Guan, Z. Wang, E.S. Cibas, M.C. Frates, C.B. Benson, N.L. Cho, M.A. Nehs, C.A. Alexander, E. Marqusee, M.I. Kim, J.H. Lorch, J.A. Barletta, T.E. Angell, E.K. Alexander. J Endocr Soc (2019) 3:791–800 La tiroidite di Hashimoto (HT) è la malattia autoimmune più comune e la causa più frequente di ipotiroidismo [1]. Fattori genetici e ambientali, come l’assunzione di iodio nella dieta, hanno dimostrato di contribuire al suo sviluppo [2]. Per definizione, la diagnosi di HT è istologica (caratterizzata da infiltrazione linfocitaria diffusa della ghiandola, con numerosi follicoli linfoidi e centri germinali, fibrosi e atrofia parenchimale); tuttavia, la presenza di anticorpi anti-perossidasi tiroidei (AbTPO), nonché l’identificazione di un parenchima diffusamente eterogeneo all’ecografia tiroidea permettono di porre diagnosi [3]. Il ruolo dell’infiammazione cronica e dell’autoimmunità nella patogenesi del carcinoma tiroideo è stato a lungo ipotizzato e, sebbene numerosi studi abbiano valutato questa ipotesi [4–6], l’associazione tra HT e carcinoma tiroideo continua a rimanere controversa. De Morais e colleghi, nel loro recente studio [7], hanno valutato prospetticamente, su un’ampia coorte di 9.851 pazienti (83,9% di sesso femminile, età media 52,2 anni) con 21.397 noduli tiroidei, l’associazione tra HT e carcinoma tiroideo. Altro obiettivo dello studio era quello di determinare l’impatto della HT nella valutazione dei noduli tiroidei e, in particolare, nella citologia preoperatoria. I criteri per la diagnosi di HT erano sierologici, ecografici e istopatologi-

B G. Pellegriti

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U.O.C Endocrinologia ARNAS Garibaldi Catania, Catania, Italia

ci (elevati livelli di AbTPO e/o diffusa ecogenicità all’ecografia tiroidea e/o tiroidite linfocitaria diffusa all’istologia). La multinodularità era definita in presenza di 2 o più noduli di diametro >1,0 cm. I microcarcinomi incidentali ≤1,0 cm non sono stati inclusi nell’analisi. I noduli clinicamente rilevanti (14.063, 66%), sono stati sottoposti a FNA (i rimanenti noduli non sottoposti ad agoaspirato erano generalmente cistici o di piccole dimensioni o con caratteristiche ecografiche benigne). L’HT è stata diagnosticata in 2.651 pazienti (27%) per un totale di 3.895 noduli. I rimanenti 10.168 noduli valutati erano in pazienti senza evidenza di HT. La percentuale di noduli con citologia indeterminata era più elevata nel gruppo HT rispetto al gruppo non HT (20,63 vs 17,1%; RR 1,3; IC al 95% 1,17–1,44; p = 0,01). Inoltre, la diagnosi di citologia maligna era più frequente nei pazienti con HT (10,0 vs 6,4%; RR 1,7; IC 95% 1,44–1,99; p = 0,01) così come la diagnosi istologica di carcinoma tiroideo (23,3 vs 15,9%; RR 1,6; IC 95% 1,44–1,79; p = 0,01),